La sagra del copia e incolla
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La crisi della creatività è una piaga sociale nel mondo della comunicazione, ne parlano blog, riviste del settore, social media, esperti del settore e, come al solito, anche chi non ne ha mai saputo niente fino al momento in cui ha letto le prime due righe di un articolo.

Ma da cosa dipende tutto ciò?      

Abbiamo provato ad analizzare il contenuto di molti articoli letti qua e là evidenziandone i punti in comune.

Da una parte ci sono schierati (quasi unanimi) gli addetti ai lavori che, figli del miraggio degli stipendi anni '80, pensano che il loro lavoro debba essere strapagato a prescindere.

Dall'altra, veramente unanimi, ci sono schierati i clienti che vittime di un malcostume generale, pensano che il lavoro creativo non debba essere affatto pagato, "tanto che ci vuole".

A nostro avviso c'è un terzo fattore che distorce la realtà e partecipa al caos è la presenza di persone poco professionali che, mettendosi in gioco senza aver studiato la materia, si improvvisano e, per avere la possibilità, suggeriscono prezzi al limite della decenza. 

Fotografi divenuti tali con l'avvento del Megapixel scattano 1000 foto in automatico per tirarne fuori 1 decente oppure grafici che prendono la creatività altrui, la sbianchettano e ci incollano sopra una scritta col proprio nome. 

Questo ha portato ad un circolo vizioso dove il creativo mal pagato e insoddisfatto perde il suo estro con la complicità di un web che offre tutto, persino la soluzione pronta, adeguando il proprio onorario al minimo sindacale. Il minimo sindacale si trasforma in "ti do' visibilità perchè non c'è budget".

Da questa malattia rischiamo di non uscire se non con la professionalità e muovendoci in maniera solidale, pian piano, per ristabilire un prezzo di mercato concorde.

Vi assicuro che è avvilente sentirsi dire: "tanto con il computer ci vogliono 5 minuti" come se il computer facesse tutto da solo, ma l'unico consiglio che posso dare ai professionisti "giovani" (gli altri lo sapranno già) è quello di lasciar stare questi clienti, rifiutate il lavoro, dite no. Lasciate che certa gente vada da chi si improvvisa e la differenza tra il vostro lavoro e quello degli altri diventerà la vostra migliore referenza.


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